Redenzione, non perfezione

Kintsugi. L’ho imparato solo recentemente, ma questa parola fa riferimento alla tradizione giapponese di riparare ceramiche rotte usando oro liquido, argento o platino. Questi preziosi metalli evidenzieranno per sempre le precedenti rotture ma la loro presenza crea integrità e aggiunge valore a quello che altrimenti sarebbe stato solo uno scarto.
Ho pensato e ripensato al significato simbolico di questa pratica e l’ho trovato bellissimo.
Isaia 64:8 dice: “
Tuttavia, Signore, tu sei nostro Padre; noi siamo l’argilla e tu colui che ci formi; noi siamo tutti opera delle tue mani.

Siamo state fatte da Dio, a Sua immagine. Ma siamo umane e siamo intrinsecamente imperfette e rotte. Essendo un vaso rotto, soffriamo per i pezzi perduti, sentiamo dolore a causa dei bordi taglienti, proviamo vanità per il nostro aspetto mutevole e orgoglio per il nostro presunto valore personale. La bellezza sta nel fatto che Dio ci ha trovato piene di fratture. Le nostre crepe e le nostre cicatrici fanno parte della nostra umanità, non ci rendono inutili o orribili ai suoi occhi.

La grazia di Dio è oro, versato gratuitamente sopra di noi grazie al sacrificio di Dio. Egli ci dà valore e importanza. Se osiamo mettere a nudo le nostre cicatrici o condividere le nostre storie, le nostre vite restaurate saranno una testimonianza per il mondo intero.

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Perciò, mentre leggiamo Isaia 66:2: “Tutte queste cose le ha fatte la mia mano, e così sono tutte venute all’esistenza», dice il Signore. «Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola».” ricordiamoci un po’ di cose.
Noi non siamo in grado di guadagnare, di vincere, di acquistare o di meritare l’attenzione di Dio, né il Suo amore e la Sua cura. Eppure, Egli dice che per Lui siamo abbastanza. Egli raccoglie i nostri cocci e ci restituisce una nuova vita.

Non abbiamo motivo o scuse per essere superbe. Le nostre parole, le nostre preghiere e le nostre vite riflettono la Sua bontà e la nostra dipendenza dalla Sua grazia. Il Signore merita l’onore dalle nostre bocche e la riverenza dai nostri cuori. La storia del cristianesimo non è mai stata la storia della perfezione ma della redenzione. A Dio sia la gloria.

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