Avete mai preso una decisione finanziaria stupida? Una di quelle che vorreste tanto poter cancellare? A me è capitato molte volte.
Ricordo vividamente di aver risparmiato i soldi del mio compleanno e del Natale per comprare i jeans più nuovi e alla moda con le tasche decorate. C’era qualcosa di così soddisfacente nell’acquistare un paio di jeans nuovi di zecca da sfoggiare alle scuole medie. I complimenti e i secondi sguardi mi rendevano soddisfatta solo per un certo periodo… finché i commenti non svanivano e tornava la voglia di comprarne un altro paio.
Il problema di sacrificare i propri soldi per qualcosa di materialistico è che la bella sensazione di avere qualcosa di nuovo ci soddisfa solo temporaneamente.
E i sacrifici che facciamo per Dio?
Scrivo questa meditazione nelle vesti di una persona che sta imparando a non compiacere gli altri, come un’ esecutrice e una perfezionista. Non sono un’esperta nell’avere sempre una giusta posizione del cuore verso il Signore. Ma il Signore è stato gentile ad approfondire la mia visione di ciò che significa offrire sacrifici di lode a Lui.
Ebrei 13 parla di vivere una vita di santità, segnata dall’obbedienza a Dio e dimostrata attraverso l’amore sacrificale per gli altri. Vivere questo tipo di vita non è facile e non avviene con le nostre forze. Alcuni potrebbero leggere Ebrei 13 e pensare che sia una lista da spuntare per vivere una vita gradita a Dio. Ammetto che a volte sono colpevole nel pensarlo. E se vi dicessi che la vita cristiana non consiste tanto nello spuntare delle caselle, ma piuttosto nell’innamorarsi ogni giorno di più del nostro Salvatore?
L’anno scorso ho partecipato a un programma di formazione biblica di dieci mesi presso una chiesa locale. Sono arrivata al programma lottando e credendo che la mia identità si trovasse nel fare cose per Dio piuttosto che nell’essere Sua figlia. Servivo in un ministero da alcuni anni. Mi è sembrato di ricevere un colpo di frusta quando tutte le mie responsabilità ministeriali sono state eliminate e il mio unico “lavoro” per dieci mesi è stato quello di imparare a conoscere Dio e di sedermi alla Sua presenza.
Dio si è servito di quei dieci mesi per mettere a nudo il mio peccato e ricordarmi quanto avessi bisogno di un Salvatore. Nessuna delle buone opere che avevo fatto per Lui mi riportava al cuore del Signore. Mi sentivo vuota e persa. Nel bel mezzo dell’affinamento, Dio mi è venuto incontro con la Sua grazia. Ha usato il Salmo 51 per ricordarmi che i miei peccati passati, presenti e futuri sono stati lavati dal sangue di Cristo. In particolare, i versetti 15-17 mi ricordano la nostra risposta a Dio che ci purifica dal peccato.
“Signore, apri tu le mie labbra
E la mia bocca proclamerà la tua lode-
Tu infatti non desideri sacrifici, altrimenti li offrirei;
né gradisci olocausto.
Sacrificio gradito a Dio è uno spirito afflitto;
tu, Dio, non disprezzi un cuore abbattuto e umiliato”.
In realtà, l’unica cosa che dobbiamo offrire a Dio è il nostro spirito umile. Dobbiamo dipendere completamente da Lui come nostro Padre. Non possiamo realizzare nulla da sole. Nessuna prestazione o perfezione ci soddisferà mai. Nessuna casella da spuntare riempirà mai il nostro calice vuoto. Gesù è l’acqua viva che cerchiamo.
Rendersi conto che non abbiamo nulla da offrire se non un cuore puro davanti al Signore ci libera affinché possiamo amare le altre. Ci è stata mostrata un’immensa quantità di grazia dal nostro Padre celeste, e ora dobbiamo mostrare questa grazia alle altre.
Non stanchiamoci mai di ascoltare la buona notizia del Vangelo. Gesù è il nostro sacrificio perfetto. Gesù è l’unica cosa che potrà mai soddisfarci. E una vita completamente abbandonata a Lui vale la pena di essere vissuta.
Mentre pensate ai sacrifici che state facendo questa settimana, considerate a che punto è il vostro cuore davanti al Signore. Egli prova piacere nell’operare in voi e attraverso di voi. Permettetegli di essere la motivazione del vostro servizio e amore per le altre.
Jayci
