Una Risposta: messa da parte

Seduta nella stanza il più silenziosamente possibile non osavo parlare, perché non potevo fidarmi di me stessa nel restare calma. Ero seduta nella stanza con qualcuno che aveva bisogno del mio aiuto, e mi ero presentata con buone intenzioni, ma la mia generosità non era stata accolta con gentilezza. Invece, questa persona ferita mi aveva colpito con parole dure che trapassarono la mia anima e mi coprivano di condanna. Così, sedetti in silenzio e pregai.

Il giorno seguente, stavo “ricostruendo” quanto successo con un’amica, e lei disse che al mio posto avrebbe abbandonato la stanza e avrebbe lasciato sola la persona in difficoltà. Era esattamente ciò che il mio cuore stanco avrebbe voluto fare, ma non l’ho fatto, non potevo andarmene. Tempo fa, avevo deciso che non avrei continuato ad amare questa persona a causa del suo carattere e delle sue azioni. Alla luce però di come Gesù aveva dato la sua vita e amato una peccatrice come me, avevo deciso di continuare ad amare. Il mio amore deve essere una scelta incondizionata dalla mia volontà, che non dipende da come vengo trattata.

Amare gli altri come Gesù ci ama ci distingue dal mondo. Il mondo ti dirà di allontanarti da coloro che non sono facili da amare. Ma, se tu e io non raccontiamo e non mostriamo l’amore di Dio a un’anima perduta, come potranno mai coloro che sono in schiavitù del peccato e della morte vedere la misericordia e la bontà di Gesù? Non posso aspettarmi da una persona ferita che sappia come amare, perché il peccato ha avvelenato la sua vita. Posso solo indirizzarla al Salvatore, il cui amore libera.

Quindi, invece di riversare condanne sulla persona cara a me, sono rimasta in silenzio e ho pregato affinché Gesù mi aiutasse. Da sola, so che non posso continuare ad amare questa persona ferita, ma Gesù non ha mai detto che dovevo amare gli altri senza il suo aiuto. Posso chiedergli di togliere da me gli abiti carnali di rabbia, risentimento e amarezza e sostituirli con la sua misericordia, bontà, dolcezza, umiltà e pazienza. Posso meditare su come Egli abbia sopportato così tanta opposizione da parte di coloro che stava cercando di salvare mentre perseverava verso la croce. Morì per i suoi accusatori e non si arrese mai a loro perché sapeva cosa ci fosse gioco, era in una battaglia tra la vita e la morte.

E lo sono anch’io. Non sto combattendo contro una persona difficile e arrabbiata. Sto lottando per un’anima persa, perché sia liberata dal peccato. Quindi, anziché aggrapparmi alla mia ipocrita indignazione su come sono stata maltrattata, farò tre scelte consapevoli per perdonare e collaborare con Dio per vedere la sua redenzione:

  1. Affiderò il mio oppositore a Dio e riconoscerò che siamo tutti peccatori bisognosi di perdono. Riconoscerò che tutti stiamo sullo stesso livello, ai piedi della croce.
  2. Mi ricorderò di quanto Dio mi ha perdonato e smetterò di tener conto di quanto e come gli altri mi hanno fatto del male. Non vivrò guardando indietro al passato con amarezza.
  3. Non darò al nemico un pretesto ripensando a quanto terribilmente qualcuno si è comportato, lamentandomene con altri. Invece, mi affiderò alla preghiera e chiederò a Dio di benedirli con la Sua salvezza e pace.

Nessuno ha detto che vivere messe da parte sarebbe stato semplice e privo di difficoltà. Scegliere di amare e perdonare non ha nulla a che fare con il modo in cui le persone ci trattano. Abbiamo ricevuto la grazia di Dio gratuitamente. Gesù ha pagato il nostro debito e noi abbiamo il privilegio di estendere il Suo perdono agli altri. Non possiamo controllare come le persone risponderanno alla generosità di Dio, ma possiamo continuare a esserci e pregare per la loro redenzione.



Lyli

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