Preghiere a cuore aperto

Riconoscere i propri limiti attraverso la preghiera

Pregare per i nostri figli è la cosa più importante che possiamo fare come madri. La responsabilità e le cure che diamo loro sono l’espressione pratica del nostro amore. Dal momento in cui lasciamo che il nostro corpo subisca i cambiamenti della gravidanza, al dolore del parto, alle notti insonni, alle pile di biancheria sporca da lavare, ai continui pasti da preparare, le visite dal pediatra, il servizio taxi, gli allenamenti, le recite a scuola, i compleanni e le feste varie, la gestione delle delusioni e la celebrazione delle vittorie, la disciplina, l’insegnamento, l’imparare insieme, l’amare… e molto altro. Il lavoro di mamma non si paragona a nessun’altra cosa che possiamo fare nella nostra vita. È un profondo darsi. Attraverso la preghiera possiamo aprire profondamente la nostra anima davanti a Dio.

Quando preghiamo per i nostri figli stiamo accettando i limiti che abbiamo come mamme. Stiamo ammettendo che non possiamo fare niente senza Dio e che chiediamo il suo aiuto. Ogni mamma vuole il meglio per i propri figli. Nutriamo grandi speranze e sogni felici ma anche profonde paure e preoccupazioni quotidiane. Vorremmo che avessero una vita fantastica e facciamo tutto quello che è in nostro potere perché ciò accada.

Nel fare questo, però, non li stiamo forse proteggendo troppo? Non è che li coccoliamo così tanto, che li amiamo così tanto e ci preoccupiamo così tanto per loro che non sono capaci di affrontare le cose difficili? Stiamo frenando i nostri figli o li stiamo consacrando al Signore? Le nostre priorità sono in accordo con la volontà di Dio per loro o puntano alla realizzazione della NOSTRA volontà per la loro vita? Stiamo crescendo dei figli che, come dice Mark Batterson, pensano semplicemente ad “arrivare sani e salvi alla morte”? Oppure li stiamo crescendo facendo sperimentare loro “l’incomparabile grandezza del potere di Dio” verso di loro?

Permettere a Dio di operare

La preghiera di Paolo in Efesini 1:17-19 ci parla del suo profondo desiderio per i credenti di Efeso: conoscere Dio e lo scopo della sua onnipotenza. Questa verità dovrebbe essere la base di ogni nostra preghiera per i nostri figli come madri. Se gli occhi del cuore dei nostri figli sono illuminati significa che hanno ricevuto Gesù Cristo come personale Salvatore e Signore e dunque la preghiera di Paolo deve essere la nostra preghiera per i nostri figli. Chiediamo a Dio che dia loro uno “spirito di sapienza e rivelazione” perché possano conoscere a quale speranza sono stati chiamati. Inoltre, preghiamo che possano conoscere “la ricchezza della gloria della sua eredità” e “l’immensità della sua potenza” verso tutti coloro che credono. Questo tipo di preghiera non è solo propria di una mamma verso i suoi figli ma è anche quello che Dio vuole per noi!

Come possiamo dunque raggiungere queste ricchezze spirituali? Forse Dio ce le dona magicamente? La risposta è nei versetti 17 e 19: riceviamo queste cose nella misura in cui cresciamo nella conoscenza e nello sperimentare la sua immensa potenza. Nella nostra vita quotidiana siamo in continua tensione spirituale. Anche se la nostra crescita è in fin dei conti un’opera dello Spirito Santo, siamo  chiamate a cercare il Signore e a vivere nella disciplina di una vita spesa per Cristo. Nel cercare Dio, egli si rivelerà a noi. Nel lasciare a lui il controllo, sperimenteremo l’immensità della sua potenza. Andiamo a Dio per conoscerlo pienamente e consacrare ogni area della nostra vita a lui!

La stessa cosa è vera per i nostri figli. Se li proteggiamo e li preserviamo da ogni difficoltà e dolore, non avranno mai l’opportunità di vedere e riconoscere la protezione e la consolazione di Dio. Se facciamo sì che il loro cammino su questa terra sia solo facile e tranquillo, come riusciranno a confidare in Dio quando la vita si farà dura? I nostri figli non potranno sperimentare Dio finché giochiamo ad essere Dio con loro.

Apocalisse 5:8 ci dice che le nostre preghiere sono come coppe di incenso di fronte al trono di Dio. È una cosa bellissima! Ogni nostra preghiera verrà ricordata ed è, in un certo senso, conservata in cielo insieme a tutte quelle degli altri santi. Esse saranno come l’incenso, un profumo speciale davanti a Dio. Pensa per un momento a tutte le volte che hai pregato per i tuoi figli. Senza dubbio esse spaziano da semplici preghiere di routine a profonde preghiere scaturite da un cuore spezzato. Dio le ha ascoltate tutte. Le ha conservate tutte. Risponderà a tutte, in un modo o nell’altro. Ed un giorno, quando vedremo Cristo faccia a faccia, tutto avrà senso. 

Mani aperte verso Dio

All’epoca in cui il mio secondo figlio stava entrando al college, Dio mi ha impartito una lezione inaspettata su come potevo pregare per i miei figli. Con molta eccitazione stavamo mettendo le ultime cose nella sua stanza al dormitorio. Immediatamente, fu come se gli fosse scattato qualcosa in testa e cambiò espressione. La sua gioia diventò un profondo dolore. Non l’avevo mai visto così. Durante la sua prima notte fuori, piansi molto nella mia camera d’hotel. Avevo molte domande in testa. L’avrei dovuto riportare a casa? Avrei dovuto fargli accettare l’offerta del suo migliore amico di trasferirsi alle Hawaii e completare il college online?

Dio ha usato un libro che stavo leggendo e che parlava della fiducia in lui durante tempi difficili e mi mostrò come potevo intercedere per mio figlio. Mi sono fermata e ho pregato: “Signore, cosa vuoi dirmi stanotte?”. Dio parlò al mio cuore, come un grido dello spirito: “Tuo figlio è mio, lo tengo io nelle mie mani”. C’era persino la eco di un “Stai indietro!” da parte di Dio.

Infatti, da una parte stavo pregando che mio figlio potesse conoscere Dio in modo più intimo, che potesse confidare in lui con tutto il suo cuore e che potesse vedere il potere di Dio nella sua vita. Dall’altra stavo, cercando di boicottare le buone intenzioni di Dio quando egli stava semplicemente rispondendo alle mie preghiere. Dio aveva ragione. Avevo bisogno di farmi indietro. Lasciai mio figlio al college. Quando ho parlato con mio padre di questo, egli stesso mi disse: “Tuo figlio ha bisogno di rimanere lì, altrimenti non scenderà mai dal passeggino”. Che parole potenti e sagge!

In che modo vogliamo che i nostri figli crescano nella conoscenza di Dio se non li lasciamo sperimentare chi è Dio in modo personale? Come potranno riconoscere l’immensità della sua potenza se non hanno l’opportunità di dovercisi affidare? Tutte le nostre buone intenzione di proteggerli potrebbero tenere i nostri figli lontano dal conoscere Dio. Che succederebbe se il ‘difficile’ che cerchiamo di evitare ai nostri figli fosse il modo che Dio ha scelto per far loro conoscere il suo potere nella loro vita? Lo stesso potere che ha risuscitato Cristo dai morti è lo stesso potere che vive in noi. Tuttavia, questo potere non si è manifestato fino alla morte di Cristo. Anche noi, dunque, dobbiamo morire. Dobbiamo morire a noi stesse. Dobbiamo far morire la nostra volontà per la nostra vita e anche per quella dei nostri figli. Solo allora, sperimenteremo il potere del Cristo risorto nella nostra vita e la nostra preghiera potrà finalmente essere: “Essi sono tuoi, Signore. Tu li tieni nelle tue mani!”

Melinda Choi

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