Pace profonda

La maggior parte di noi ha probabilmente già tenuto in braccio un bambino, magari i propri figli, il figlio di un’amica o un piccolo nipote. E probabilmente ci siamo chieste come sarebbe diventato questo bambino da grande. Amerà leggere? O sarà il corridore più veloce della classe? Sarà gentile e generoso con chi lo circonda? O avrà un cuore per aiutare chi soffre? Potremmo anche avere dei piccoli sogni per loro, sperando che amino il nostro sport preferito o che crescano per la loro generosità e gentilezza. Certamente tutti abbiamo sperato che i bambini che abbiamo in grembo crescano e conoscano il Salvatore del mondo ma nessuno di noi ha mai vissuto l’esperienza gioiosa con cui Simeone è stato benedetto durante la presentazione di Gesù al tempio. 

Quando Simeone teneva tra le braccia il piccolo Gesù di poche settimane, non si chiedeva chi sarebbe diventato Gesù da grande o quale eredità avrebbe lasciato, perché Simeone sapeva già di avere tra le braccia il Salvatore del mondo. 

Una fede pienamente maturata

Il Signore ha promesso a Simeone che sarebbe vissuto abbastanza a lungo da vedere il Messia. Per alcuni poteva essere difficile credere che quel bambino piccolo e minuto che Maria e Giuseppe avevano portato al tempio e che non era in grado di camminare, parlare o mangiare da solo, tanto meno di guidare un esercito o di governare un regno, fosse il liberatore inviato per liberare i prigionieri, aprire gli occhi dei ciechi e stabilire il regno di Dio sulla terra. Ma prima che Gesù trasformasse l’acqua in vino o calmasse le onde del mare, prima che guarisse gli zoppi o risuscitasse Lazzaro dai morti e prima che Gesù mostrasse il suo rapporto con il Padre, Simeone credeva che Dio avrebbe adempiuto alla sua promessa di portare la salvezza, la redenzione e la restaurazione al suo popolo attraverso questo piccolo bambino. 

Simeone credeva nella salvezza imminente perché aveva sperimentato personalmente l’adempimento della promessa di Dio di vedere il Messia. Non aveva bisogno di segni e miracoli. Una sola parola vera di Dio era sufficiente per credere al resto. A Simeone bastò guardare Gesù per poi benedire Dio con pace profonda in ciò che stava per accadere in futuro.

Una fede pienamente sperimentata

Nella sua lettera alla Chiesa universale, Pietro sottolinea che “Benché non lo abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della vostra fede: la salvezza delle anime.” (1 Pietro 1:8-9). Noi non abbiamo visto Gesù, non con i nostri occhi, ma abbiamo sperimentato personalmente il compimento della promessa di Dio di fornire un sacrificio per il nostro peccato e salvezza per le nostre anime. 

Abbiamo incontrato Gesù, siamo stati lavati dal suo sangue e riempiti dello Spirito di Dio. Per questo continuiamo a confidare nella fedeltà di Dio che porterà la piena redenzione e un’eredità incorruttibile per tutte le nazioni. Possiamo avere pace profonda per il nostro futuro sapendo che Gesù sulla croce ha portato a compimento tutto ciò che aveva detto.

Fede pienamente fondata

Quando in questo periodo di Avvento ci viene ricordata l’incarnazione di Gesù – la sua nascita come un bambino piccolo e indifeso – e leggiamo la storia di Maria e Giuseppe e dei pastori, sappiamo che il suo arrivo era solo una parte della storia. Noi abbiamo il privilegio di conoscere le vere storie del ministero miracoloso di Gesù: il suo potere sulla malattia, sui demoni e sulla morte. Conosciamo il suo sangue versato per i peccatori e la salvezza e il perdono che offre. Conosciamo la sua risurrezione, il suo potere e la sua gloria. E quando pensiamo e meditiamo su tutto ciò che Dio ha fatto per noi attraverso Gesù Cristo, sulle sue fedeli promesse mantenute e realizzate, possiamo rispondere come Simeone, sapendo che, secondo la Parola di Dio, anche noi abbiamo pace nel presente e dobbiamo rallegrarci per ciò che verrà in futuro. 

Questo periodo di Avvento mi ricorda che posso prendere Dio in parola. Per fidarmi della Sua Parola, però, devo conoscerla. Devo trovare il tempo di soffermarmi sulle promesse di Dio durante questo tempo, sia per gioire di quelle che ha già realizzato, sia per riposare nella pace che si trova quando confidiamo che egli realizzerà quelle che devono ancora venire.

Andrea Lopez

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