L’importanza di raggiungerne almeno uno

Ho molto e ancora molto da imparare sull’essere genitore ma, se c’è una cosa di cui sono sicura è il Taco Day del venerdì alla scuola media di mio figlio.

Tutti i venerdì salgo su un vecchio furgoncino, passo a prendere al take away una tozzina di tacos e prego intensamente per le conversazioni che avrò con i ragazzi. Si può imparare molto in trenta minuti al tavolo della mensa della scuola media e puoi imparare ancora di più se ci sono dei tacos! Ascolti i ragazzi parlare della partita di calcio della notte prima, dei loro compiti di matematica o di quanto sia cattivo il cibo della caffetteria interna. E loro non smettono di parlare, perché qualcuno li sta veramente ascoltando.

E poi c’è questo ragazzo… che chiamerò Max.

La prima volta che ho incontrato Max, è venuto da me con i suoi scintillanti occhi marroni e mi ha ringraziato per il suo taco. Di punto in bianco mi ha abbracciato e poi dalla sua bocca, come se non fosse una gran cosa, mi ha detto: “Sono adottato, sai”. Prima che potessi rispondere anche solo una parola, Max ha iniziato a parlarmi senza sosta fino al termine della mezz’ora. In quei minuti ha detto un sacco di cose ma ciò che intendeva veramente dire era:

Mi vedi? La mia storia sembra diversa dalla tua ma non merito comunque di essere amato?”

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Era il 2010 e ricordo ancora il terremoto di Haiti come se fosse ieri. Le foto della città distrutta apparvero sullo schermo della tv e io ne rimasi profondamente colpita. Anni prima avevo frequentato il college proprio ad Haiti, avevo camminato per quelle strade, mi ero innamorata della gente e avevo pregato a gran voce per loro, varie volte. In quel momento, dopo molti anni e ormai mamma, non riuscivo a distogliere lo sguardo dai profondi occhi castani delle vittime: occhi orfani che parlavano del loro dolore e della loro perdita inimmaginabile.

Allora volevo salvare il mondo.

Max, nei suoi profondi occhi marroni, aveva lo stesso sguardo. Non era più un orfano, ma le sue parole e i suoi occhi rivelavano ancora il vuoto che sentiva.

Ritornò al suo tavolo dove di solito si sedeva, completamente solo, ma da quel momento in poi il mio cuore si legò a lui in un modo intenso. Proprio in quel momento, chiesi a Dio come avrei potuto fare la differenza nel mondo di Max e come potergli mostrare l’amore di Dio.

Non posso raggiungere il mondo intero…ma posso almeno raggiungere una persona.

Mentre leggo le pagine di Ester, mi stupisco come la provvidenza di Dio illumini ogni singola serie di eventi. Una bella ragazza rimane orfana e suo cugino interviene per prendersi cura di lei.

La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro dal mondo. (Giacomo 1:27)

Una mano tesa.

Un’azione altruistica.

Un passo di fede.

Un’azione volontaria che comunica a una ragazza orfana: “La tua storia sembra diversa dalla mia, ma meriti comunque di essere assolutamente amata”. Mardocheo non sapeva che, quando si sarebbe avvicinato per soddisfare i bisogni di almeno uno, avrebbe avuto un impatto su un’intera nazione.

Hai presente quando Dio continua a mettere qualcosa, o qualcuno, proprio davanti a te e non puoi continuare ad ignorarlo?

Bene, in questo periodo della mia vita, questa cosa si chiama Max.

Quando ho chiesto al Signore come avrei potuto fare la differenza nella vita di Max, onestamente, nella mia piccola fede, non pensavo che ciò che avrei fatto avrebbe contato così tanto. Tuttavia, ogni venerdì, al Taco Day, prima che i ragazzi si tuffassero al centro del tavolo e si litigassero l’ambita scatola marrone, mettevo da parte un taco solo per Max. E poiché Dio conosce quel ragazzo nel profondo e sa che la sua anima ha bisogno di nutrirsi più del suo ventre, la Sua opera non si è fermata qui.

Proprio la scorsa settimana, Dio ha fatto sì che Max si trasferisse proprio nella nostra stessa strada.

Sono seduta qui scuotendo la testa con un sorriso stampato sul viso perché non riesco quasi a crederci. Eppure, non dovrei essere sorpresa! Non è proprio questo il nostro Dio?

Cristo non è forse Colui che prende i nostri pani, i nostri pesci, e i nostri tacos, e li trasforma in qualcosa di molto di più?

Una mano tesa.

Un’ azione altruistica.

Un passo di fede.

Anche se la fede è molto più piccola di quanto dovrebbe.

La settimana scorsa, mentre tornavo a casa col mio vecchio furgoncino, con il sole alto nel cielo, la temperatura gradevolissima e la musica a tutto volume, cantavo a squarciagola. Max mi vide:

“Ehi, la mamma di Jack!”

Ma ciò che intendeva veramente dire era…

Sono qui. Mi vedi? La mia storia sembra diversa dalla tua, ma non merito lo stesso di essere amato?”.

Max era proprio sulla mia strada. Nuovamente davanti a me, implorando di essere amato. In quel momento mi sono ricordata che anche io ero stata adottata. No, non da una famiglia terrena come Max, ma da un Padre Celeste che mi ha visto in tutti i miei peccati e che mi ha raggiunta e amata comunque. Se Gesù avesse potuto sussurrare al mio cuore, proprio in quel momento, penso che mi avrebbe detto qualcosa del genere:

“Whitney, ti vedo. So che la tua storia sembra diversa dalla mia, ma non vedi… questo è il motivo per il quale sono venuto. Ora vai e raggiungi almeno una persona nel mio nome e guarda cosa può fare il Mio potere.”

Dimmi, pensando a chi ti sta di fronte… non aspetta solo di essere visto e di essere amato dell’amore di Cristo?

Tuo figlio… non vuole forse che tu distolga lo sguardo dal tuo telefono per concentrarti sui suoi occhi e ascoltare davvero quello che ha da dire?

La tua amica… non desidera forse che qualcuno le chieda come sta davvero?

Un tuo familiare… non riesce a spiegare il vuoto che sente ma sa che c’è qualcosa di molto più nella vita.

Tuo marito… non brama forse il tuo sorriso, il tuo rispetto e quel “sì” che al matrimonio hai detto spensieratamente?

La vedova, l’orfano… non vogliono forse sapere disperatamente di non essere soli in questo mondo?

L’anima perduta… si potrà mai sentire completa fino a quando non gli sarà presentato Colui che vede, conosce e ama perfettamente, qualunque cosa ella abbia fatto?

E il Re, rispondendo, dirà loro: “In verità vi dico: tutte le volte che l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”. (Matteo 25:40)

Una mano tesa.

Un’ azione altruistica.

Un passo di fede.

Sarai tu quella persona, nel nome di Gesù? Perché non si sa mai… quando ne raggiungi almeno uno, si può raggiungere il mondo.

Ai suoi piedi,

Whitney

Parliamone: C’è qualcuno che Dio ha messo sulla tua strada, in attesa di essere visto? Quale primo passo puoi fare per raggiungere quella persona con l’amore di Dio questa settimana?

Sfida settimanale: Chi puoi raggiungere questa settimana? Sii determinata, tendi la mano, abbatti i confini della tua fede e servi come Gesù!

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