Il cammino di una peccatrice e il suo vivere in modo degno  

Siamo state chiamate a vivere in maniera degna della vocazione che ci è stata rivolta (Efesini 4:1).

Nella sua lettera agli Efesini, Paolo spiega dettagliatamente cosa significa la chiamata di Dio nella nostra vita, in quanto seguaci di Cristo. Egli ci ha scelte per accoglierci, perdonarci e riscattarci.

Vivere una vita degna di così tanta misericordia e grazia, sembra un compito impossibile. Continuo a sbagliare e, odio ammetterlo, spesso sono distante.  Involontariamente molte volte non concentro le mie giornate su Cristo. Sono distratta dal mondo. Sono logorata dalla frenesia. Alimento la mia autostima come se il mondo non potesse andare avanti senza di me.

Siamo state salvate per grazia, non per opere (Efesini 2:8-9). Non potremmo mai guadagnarci la nostra salvezza, non potremmo mai pagare il prezzo che Gesù ha pagato sulla croce.

Tuttavia, con gratitudine e ubbidienza, possiamo sforzarci di vivere una vita devota. Possiamo mettere tutto il nostro impegno per mostrare umiltà, gentilezza, pazienza, unità e pace, ovvero, tutte quelle cose illustrate nei versetti di oggi. La vita delle persone che hanno queste caratteristiche è una testimonianza visibile per i non credenti e una guida all’interno del corpo di Cristo.

Parliamo dell’esortazione ad essere unite che troviamo in Efesini 4:3-6. Gesù mentre camminava nel giardino di Getsemani, prima del tradimento di Giuda, dell’arresto e della crocifissione, pregò intensamente per l’unità tra i credenti (Luca 17:20-21). Le divisioni non sono una novità. Gli Efesini stavano lottando per l’unità fra Ebrei e Gentili quando Paolo scriveva questa lettera. Ebbene, oggi il mondo è monopolizzato, frammentato, prevenuto e diviso.

A questo proposito, penso a due aspetti:

1. La separazione della Chiesa dal mondo (con Chiesa intendo il corpo universale dei credenti in Cristo). Sotto diverse forme, il mondo apprezza e promuove idee e valori che sono in opposizione alla santità e al seguire Cristo. L’opinione popolare, ad esempio, ci dice di porre dei limiti sulla base delle nostre emozioni. La Bibbia, invece, ci dice di porre dei limiti sulla base delle Scritture, prendendo esse stesse come guida per la verità (orgoglio contro umiltà, potere contro dolcezza, egoismo contro altruismo).

Non possiamo cambiare e modificare la Scrittura per evitare di offendere il mondo. 

2. La divisione all’interno della chiesa e tra le varie chiese (per chiesa, intendo le denominazioni e le congregazioni che frequentiamo). Per i cristiani, la fede comune e salvezza in Gesù Cristo dovrebbe mettere in ombra ogni discussione fra i conservatori dei vecchi inni e i sostenitori delle nuove band, o su come vestirsi per il culto (formale o informale). Cristo dovrebbe cancellare ogni limite di razza, istruzione, condizione sociale, orientamento politico e nazionalità. La diversità (anche di opinioni e di idee) non porta necessariamente alle divisioni e non possiamo metterci l’una contro l’altra a causa delle categorie create dall’uomo.

Gesù, il Figlio di Dio, è morto sulla croce per salvarci dai nostri peccati. Siamo state salvate soltanto per grazia di Dio, attraverso la sola fede in Cristo. 

Questi sono i principi non-negoziabili della fede cristiana. Il resto sono dettagli.

La resurrezione ha cambiato ogni cosa, incluso le nostre relazioni con gli altri. Siamo unificati come un corpo universale di credenti e non più separati per razza o sesso (Galati 3:28).
Inoltre, possiamo mostrare al mondo l’amore di Cristo rompendo le barriere che ogni giorno cercano di dividerci. Possiamo camminare umilmente e nello stesso tempo vivere in modo audace, cercando sempre di glorificare Dio nel mantenere l’unità e nel rafforzare il corpo universale dei credenti.

Possa la nostra vita riflettere la speranza del Vangelo!

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