Dall’isolamento alla comunità

Negli ultimi tre anni, io e mio marito abbiamo affrontato quella che è stata la stagione o gli anni più difficili della vita. Tre anni fa, abbiamo deciso di avere un bambino. Ciò che è iniziato come una stagione di gioia emozionante, eccitante e tanta attesa, si è trasformato velocemente in un lungo percorso attraverso il dolore, la solitudine, lo stress e la delusione.

Per quasi tutto il primo anno del nostro sterile percorso frequentavamo una chiesa senza però investire molto nella comunità.Tenevamo le nostre sofferenze tutte per noi facendo affidamento soltanto l’uno sull’altra per affrontarle. Quell’anno fu segnato dall’isolamento. Combattevo contro i dubbi della mia fede e il senso di colpa per non avere considerato la grande gioia nel mezzo delle nostre prove (Giacomo 1:2).

Alla fine di quell’anno abbiamo iniziato a frequentare un’altra chiesa locale. Siamo stati fortemente incoraggiati ad unirci a quello che loro chiamavano “il gruppo di comunità”, con lo scopo di farci conoscere, amare, curare, seguire, incoraggiare e sfidarci ad essere più come Cristo. Abbiamo accettato con esitazione. Non perché credessimo che quegli obiettivi fossero sbagliati, ma perché ci spaventava la vulnerabilità di essere conosciuti appieno e sfidati da altre persone. Tuttavia, sapendo che Dio ci chiama a vivere in comunione con altri credenti, ne siamo entrati a farne parte ugualmente.

Con il tempo, Dio, nella sua gentilezza, ci ha mostrato la sua grazia, la sua misericordia, la generosità e il suo provvedere per noi attraverso la nostra comunità. Avevamo finalmente amici all’interno della nostra chiesa locale che non solo vennero a conoscenza della nostra sfida con l’infertilità, ma ci hanno accompagnato durante il cammino. E neanche noi sapevamo quanto ne avevamo bisogno!

La nostra comunità ha continuato a pregare per noi quando noi non avevamo le forze per continuare a farlo. Ci ha aiutato a considerare una priorità la salute del nostro matrimonio, fra esami e trattamenti stressanti. Ci ha preparato e portato cibo a casa nei giorni più pesanti. Ci ha aiutato a prendere decisioni difficili mentre desideravamo essere fedeli a Dio in ogni passo che facevamo. Ha pianto con noi, festeggiato con noi e viaggiato con fede insieme a noi.

La nostra stagione di isolamento è diventata una stagione piena di una ricca comunione. Una stagione dove la chiesa, il corpo di Cristo, è stata per noi le sue mani e i suoi piedi. Dio ci ha mostrato il suo amore e la sua cura per noi attraverso la comunione che avevamo all’interno della chiesa locale. Quando ci incontravamo e vivevamo insieme, la presenza di Dio era molto evidente. Egli era certamente tra noi.

 

Cristin Tippin

Sfida Settimanale: Rendi questa settimana intenzionale invitando un piccolo gruppo a casa tua per condividere un pasto e incoraggiarli mentre sono nella tua casa. Se non hai ancora un piccolo gruppo, invita dei nuovi amici per conoscerli meglio. Cerca modi per incoraggiarli con la parola di Dio mentre cerchi di capire se c’è una possibilità di servirli o soddisfare un loro bisogno.

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