Quando Samuele si trovò davanti i figli di Iesse pensava di sapere cosa stava cercando.
Dopo tutto, Israele aveva bisogno di un re, qualcuno di notevole, forte e capace. Magari qualcuno alto come Saul, che sembrava chiaramente l’opzione migliore. Quindi, quando il figlio maggiore di Iesse si fece avanti, il primo pensiero che ebbe Samuele fu: “È sicuramente lui quello giusto”.
Ma Dio lo fermò rivelandogli una verità che tutt’ora ricordiamo: “Infatti il SIGNORE non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l’uomo guarda all’apparenza, ma il SIGNORE guarda al cuore.” (1 Samuele 16:7b)
Questo è uno dei versetti nei quali riusciamo a scorgere il punto di vista di Dio, cosa veramente guarda, cosa ritiene importante, cosa nota in noi. E vi dico una cosa: non sono le stesse cose che invece ricerca il mondo.
Abbiamo cercato un re simile al mondo
In 1 Samuele 8, il popolo di Israele supplicava di avere un re. Non erano contenti della guida di Dio che avevano ricevuto attraverso giudici come Samuele. Volevano essere come ogni altro popolo e per questo dicevano a gran voce: “Dateci un re proprio come le altre nazioni!”
La richiesta in sé non era peccaminosa o sbagliata, Dio aveva già deciso che ci sarebbero stati dei re nella legge di Mosè (Deuteronomio 17:14-20). Il motivo risiedeva nei loro cuori: non stavano rifiutando Samuele, stavano rifiutando Dio. Non volevano essere diversi, volevano conformarsi al resto delle nazioni.
Perciò Dio diede loro Saul. Sembrava quello giusto, alto, affascinante, rispettabile, in grado di guidare il popolo ma gli mancava un cuore disposto ad essere sottomesso. Era talmente preoccupato della propria immagine e di sembrare un buon re da non poter nemmeno pensare di dover essere un re in grado di obbedire.
In molti modi Saul divenne lo specchio di ciò che il popolo stava chiedendo: un re che apparisse forte esternamente e fosse debole spiritualmente.
Dio invece punta a qualcosa di diverso.
Quando venne il momento di decidere il successore di Saul, Dio fu chiaro: questa volta non sarebbe sceso a patti con il popolo, sarebbe stato lui a scegliere. Dio non voleva qualcuno a cui le persone potessero guardare ma qualcuno che avesse lo sguardo fisso su Dio.
Samuele stava per cadere nello stesso errore: giudicare i figli di Iesse dalle loro qualità esterne. Tuttavia, Dio interruppe il suo giudizio facendogli capire che non è un Dio che guarda l’apparenza ma che guarda al cuore.
Davide non era nemmeno presente alla cerimonia, suo padre aveva pensato non fosse adatto e non l’aveva richiamato dai campi. Egli era il più giovane, quello dimenticato nella famiglia, il pastore. Nonostante tutto questo, Dio lo scelse. Scelse colui che nessuno si sarebbe aspettato.
Dio non ha bisogno dell’approvazione degli uomini per prendere una decisione.
Cosa ci può insegnare
Questa verità ci colpisce ancora. Io stessa spesso vivo come Samuele e non come Davide. Guardo ciò che sta all’esterno e giudico me stessa e gli altri solo in base alle proprie azioni. Sto facendo abbastanza? Sono all’altezza di cosa sto portando avanti? Gli altri pensano che stia facendo un buon lavoro?
Nessuna di queste domande però riflette il cuore di Dio. Egli non controlla il mio profilo sui social o il mio curriculum e tanto meno tiene conto di quali e quante parole giuste ho detto allo studio biblico. Dio guarda a ciò che sta sotto a tutto questo, la parte che nessuno può vedere. Dio guarda in che direzione punta la mia anima mentre porto avanti la mia vita.
Questo fa riflettere ma ci rende anche libere da tutti quei giudizi che ci circondano.
Questo significa che non ho bisogno di vincere nessuna gara per ricevere l’attenzione di Dio. Non devo rientrare in nessun standard per poter essere usata da lui o essere chiamata ad una missione. Quello che Dio vuole è il mio cuore, non una versione perfetta o filtrata per renderlo pulito. Niente di tutto questo, solo il mio cuore così com’è.
E quando il tuo cuore è puntato verso di lui, sarà pronto ad essere usato e onesto. Dio può fare qualsiasi cosa attraverso di te, cose che da sola non potresti mai fare.
Cosa significa voler seguire il cuore di Dio.
Nella Bibbia Davide è descritto come l’uomo scelto da Dio “secondo il suo cuore”. Questo non significa che Davide fosse perfetto, anzi era molto lontano da esserlo.
Significa che quello che interessava a Dio interessava anche a Davide. Quando Dio diceva “Vai a destra” Davide stava già correndo. Quando Dio diceva “Questo va cambiato” Davide si stava già pentendo. Non aveva un cuore senza macchie ma era pronto e veloce nel voler cambiare. Questo è il motivo che lo rendeva un ottimo strumento per Dio.
Dio non ha bisogno della nostra forza, non è alla ricerca di leader eccezionali ma sta cercando quelli pronti a cedere alla volontà di Dio. Persone che ricercano quello che cerca Dio. Persone modellate dal suo Spirito e non secondo le proprie preferenze.
In un mondo di Saul sii come Davide.
Il mondo cerca ancora un leader a forma di Saul, quello che ti colpisce per il suo carisma, il suo aspetto e le sue performance. Dio invece sta ancora chiamando tutti coloro che cercano di assomigliare a Davide, quelli intenti a lavorare, fedeli nei momenti difficili, quelli che la folla non considera ma che conoscono con intimità il Signore.
Non hai bisogno di essere in un certo modo per essere chiamata da Dio, devi solo avere un cuore pronto a servire.
Ashley Trail





