“I figli d’Israele invece camminarono sull’asciutto in mezzo al mare, e le acque formavano come un muro alla loro destra e alla loro sinistra.” (Esodo 14:29)
Dio separò il mare! DIO SEPARÒ IL MARE! Dio mise in salvo gli Israeliti in maniera sorprendente e miracolosa. Ogni altro metodo di fuga sarebbe stato sufficiente ma Dio scelse di fare l’inimmaginabile. Muri di acqua dalle parti, terra asciutta ai piedi. Una via IN MEZZO al mare, non attraverso o intorno ad esso. Creò una via dove non ce n’erano, esercitando la sua forza e il suo potere nella maniera più maestosa possibile. Tuttavia, proprio prima di realizzare l’impossibile, Dio lasciò che gli Israeliti fossero bloccati in una situazione all’apparenza impossibile. Da una parte si trovarono circondati dall’esercito di Faraone, mentre dall’altra parte c’era il mar Rosso. Non c’era alcuna via di fuga.
Ma facciamo un passo indietro per vedere come vennero fuori dall’Egitto e da questa situazione. Per oltre quattrocento anni gli Israeliti vissero come schiavi in Egitto. Essi sopravvissero a lavori pesanti e terribili condizioni di vita. Gli Egiziani erano eccessivamente severi nei loro confronti, addirittura colpendoli violentemente e frustandoli. Esodo 2:23–25 ci dice che gli Israeliti “gemevano a causa della schiavitù e alzavano delle grida; e le grida che la schiavitù strappava loro salirono a Dio. Dio udì i loro gemiti. Dio si ricordò del suo patto con Abraamo, con Isacco e con Giacobbe. Dio vide i figli d’Israele e ne ebbe compassione.”
Dio udì. Dio ricordò. Dio vide. Dio comprese.
Gli Israeliti non erano soli, nemmeno in terra straniera con padroni violenti. Dio era con loro. Tuttavia, dobbiamo prendere nota del fatto che Dio non agì finché gli Israeliti “gridarono a Lui.” Quattrocento anni sono un lungo periodo per attendere la liberazione. Mi sono chiesta: avranno mai gridato a Dio prima? O si sono trovati così a loro agio nelle loro condizioni di indigenza che hanno persino perduto il coraggio di piangere?
La risposta ovvia sarebbe, “Sicuramente piansero! Sicuramente, odiavano la loro schiavitù e volevano essere salvati!” Forse, o forse no. Sappiamo però che, dopo aver gridato a Dio, egli agì mandando Mosè per liberarli dalla mano di Faraone.
Eppure, mentre se ne stavano andando, dopo essere stati testimoni di miracoli dopo miracoli con le piaghe ed aver saccheggiato gli Egizi sotto il comando di Dio, si ritrovarono tra il Faraone e il mar Rosso senza nessuna via d’uscita.
Quale fu la loro risposta? “Era appunto questo che ti dicevamo in Egitto: “Lasciaci stare, ché serviamo gli Egiziani!” Poiché era meglio per noi servire gli Egiziani che morire nel deserto”. Anche se Dio aveva fatto moltissimi miracoli per loro, essi non credevano che li avrebbe fatti di nuovo. Erano terrorizzati e pregavano di tornare in schiavitù piuttosto che andare incontro alla libertà. Ma perché?
L’Egitto era insopportabile, è vero, ma era familiare e prevedibile. Il deserto era probabile libertà ma, molto più plausibile, equivalente a morte sicura. A volte, la strada più spaventosa non è quella impervia che abbiamo già battuto ma quella sconosciuta che si apre davanti a noi. Avanzare verso qualcosa di nuovo e sconosciuto porta nuove paure e preoccupazioni.
Questo era vero per gli Israeliti e lo è anche per noi oggi. Tutti abbiamo attraversato i nostri “Egitti” ed i nostri “deserti”. Probabilmente il tuo “Egitto” è una cattiva abitudine di cui non riesci a fare a meno e che ti rende schiava quotidianamente. Ti vorresti fermare ma sai che questo richiederebbe cambiamento e autocontrollo che tu proprio non hai. Oppure il tuo “Egitto” è la tua incapacità a perdonare. Combatti contro un torto del passato così tanto che ti consuma la mente e disturba così la tua gioia. Nelle tue lotte, gridi a Dio che ti liberi? Quando Dio ti mostra la via d’uscita, tu la segui? Oppure soccombi alla tentazione e rimani bloccata, schiava, ancora una volta, della tua carne?
L’unica via d’uscita dalla schiavitù, fuori dai nostri “Egitti” personali, è quella di andare avanti avendo fede nelle caratteristiche di Dio. Gli Israeliti erano così poco lungimiranti. Avevano sperimentato l’amore e la cura di Dio più e più volte, ma stavano dubitando che Dio lo avrebbe fatto di nuovo.
Anche noi facciamo la stessa cosa. Gesù è morto per noi ed è resuscitato, vincendo contro la morte ed il peccato così che potessimo essere libere. Tuttavia, dubitiamo del fatto che possa gestire le prove e le tribolazioni della nostra vita. Non possiamo avere piena libertà finché non ci arrendiamo totalmente a colui che ha spezzato le catene del nostro peccato. Non affronteremo un grande ignoto a meno che non ci fidiamo di colui che sa tutto.
Dio può fare infinitamente di più di ciò che pensiamo o immaginiamo ma non lo farà se non ci rivolgiamo a lui e non camminiamo con fede e in obbedienza. A volte Dio permette che ci troviamo in circostanze che non hanno via d’uscita, di modo che possiamo realizzare che egli è la sola Via d’uscita. Egli è la Via, la Verità e la Vita. Ed è lui che crea una via per camminare attraverso ogni circostanza della nostra vita!
Melinda Choi





